Prolasso della terza palpebra
La ghiandola della terza palpebra (o ghiandola lacrimale accessoria) è una ghiandola fisiologicamente localizzata nell’angolo interno dell’occhio, sotto la palpebra inferiore ed è tenuta in sede da un piccolo legamento. Tale ghiandola è responsabile, in associazione alla ghiandola lacrimale principale, della produzione delle lacrime, le quali hanno la funzione di mantenere umida e detersa la superficie della cornea e della congiuntiva.
Il Prolasso della terza palpebra nel cane è una patologia che consiste nella protrusione della ghiandola oltre il margine libero della palpebra inferiore. Questa affezione è frequente nei cani giovani, di età inferiore ai 2 anni, appartenenti alle razze brachicefale. Il Prolasso della terza palpebra si manifesta di solito ad un solo occhio, ma nell’arco di pochi mesi anche l’altro occhio viene interessato, facendo presupporre ad una predisposizione alla manifestazione della patologia. L’occhio affetto presenta una massa di piccole dimensioni, di colore rosato a livello dell’angolo nasale e per questa caratteristica la patologia viene volgarmente chiamata cherry eye (occhio a ciliegia). Nonostante sia un’affezione piuttosto frequente, l’esatto meccanismo patogenetico non è stato ancora dimostrato e si pensa sia legato ad una lassità del tessuto connettivale del legamento che dovrebbe mantenere in sede la ghiandola della terza palpebra. Tale lassità legamentosa deriva da un difetto congenito, che potrebbe anche avere base ereditaria, ma questa ipotesi non è ancora stata scientificamente dimostrata. A seguito dell’esposizione all’ambiente esterno la ghiandola si infiamma (adenite) ed assume colore rossastro, a volte addirittura violaceo, a cui può essere associata congiuntivite e nei casi più gravi si possono creare anche ulcere secondarie allo stato di irritazione.
In caso di prolasso della terza palpebra è importante intervenire in modo repentino, iniziando subito la terapia medica, al fine di evitare infezioni, in attesa che la ghiandola venga riposizionata chirurgicamente nella sede fisiologica. Infatti più a lungo la ghiandola resta prolassata e maggiori sono le probabilità che subisca alterazioni e che quindi, anche una volta riposizionata, non sia più completamente funzionale. A seguito della terapia medica si può tentare un riposizionamento manuale della ghiandola, ma molto spesso si rende necessario il riposizionamento chirurgico.
Trattamento Chirurgico
In passato (anni ’80) la scelta chirurgica di elezione per il trattamento del prolasso della terza palpebra era la completa asportazione del tessuto prolassato, ma diversi studi hanno dimostrato che la rimozione della ghiandola lacrimale accessoria determina una consistente riduzione della produzione di lacrime (dal 30% al 60%), predisponendo il soggetto all’insorgenza di una patologia invalidante cronica denominata cheratocongiuntivite secca. Questa tecnica, riconosciuta non etica, è stata quindi abbandonata e riservata solo a casi in cui il prolasso della terza palpebra recidiva e non ci siano più i presupposti per un corretto riposizionamento (ghiandola irrimediabilmente danneggiata o affetta da neoplasia). Sono state messe a punto diverse tecniche per il riposizionamento, ma sostanzialmente tutte hanno lo scopo di riposizionare e fissare la ghiandola prolassata all’interno di una tasca creata chirurgicamente sulla superficie interna della terza palpebra.
Il successo della chirurgia è buono, anche se recidive possono essere conseguenti a traumi della regione orbitale, tant’è che dopo la chirurgia il cane dovrà indossare il collare elisabettiano per alcuni giorni.